L'uscita della
vita dal corpo
Negli anni '70 e '80 ho lavorato
come infermiere presso il Centro di Rianimazione e Terapia intensiva
dell'Ospedale Maggiore di Trieste. Mi è capitato di vedere, per ben due volte,
una cosa strana, che vale la pena di essere divulgata su questo sito.
Voglio far notare che io non sono
un veggente, non lo sono mai stato, ed a quel tempo non praticavo nessuna forma
di Magia e neppure mi passava per la mente il farlo.
Ma tant'è.
Per ben due volte ho visto uscire
"qualcosa" dal corpo delle persone nel momento dell'arresto cardiaco terminale.
Devo dire che in entrambi i casi si trattava di persone giovani, tecnicamente
parlando erano politraumatizzati della strada, persone cioè che a causa di
incidenti stradali gravissimi, nonostante fossero perfettamente sane, avevano
subito danni irreversibili al corpo ed al cranio per cui erano entrati in coma
depassè, così si chiama, o coma irreversibile, o coma di VI grado, o morte
cerebrale - come va di moda chiamarla adesso.
A quel tempo, al contrario di
oggi che si usa espiantare gli organi prima possibile - non c'era la legge né
tutto il resto, i malati di quel tipo si mantenevano in vita per un certo
periodo, non certo per dare loro la possibilità di guarire, ma per un senso di
pietà nei confronti dei loro parenti ed amici, in modo che potessero prepararsi
alla tragedia e meglio metabolizzare il lutto. Quindi i coma depassè venivano
mantenuti in piena terapia intensiva anche per una settimana, o finché non
arrivava il loro momento.
Una mattina, durante le manovre
di rianimazione, ho chiaramente visto uscire dalla parte inguinale del malato
una sfera trasparente, che poi è scesa lungo le gambe, i piedi, poi è
completamente uscita dal corpo, ha vagato davanti al letto qualche secondo, poi
si è alzata fino a circa due metri da terra e si è spenta. La sfera aveva un
diametro di circa un metro e mezzo ed era di una trasparenza straordinaria,
identica a quella delle polle di acqua di alcune risorgive. Faceva anche un
"effetto lente" per cui, guardandole attraverso, ne veniva restituita
un'immagine leggermente distorta, proprio come quando si guarda nella polla.
La seconda volta che mi è
capitato, il "qualcosa" è uscito dal torace, per la precisione dalla parte
sinistra, e rassomigliava ad un palloncino oblungo di circa un metro e largo 30
centimetri, più o meno la misura che va dalla spalla all'anca e dallo sterno
alla colonna vertebrale. La trasparenza era uguale alla precedente, ma questa
volta la "cosa" è scivolata dolcemente sul letto poi, come un liquido denso, è
colata sul pavimento attraversando i nostri piedi e si è dissolta.
Non so che cosa ho visto e non ne
ho parlato con i colleghi perché quelli non sono momenti per chiacchierare di
metafisica, ma il ricordo di quegli eventi mi si è mantenuto lucidissimo.